La cucina di Pandora (Italian Edition) by Mauro Alfredo Stabile

La cucina di Pandora (Italian Edition) by Mauro Alfredo Stabile

autore:Mauro Alfredo Stabile [Stabile, Mauro Alfredo]
La lingua: ita
Format: epub
Amazon: B00BR7EKCY
pubblicato: 2015-02-08T23:00:00+00:00


11 - Manzo brasato

No, meglio di no, io adesso non gli parlo nemmeno. E neanche lo guardo. Sì, stattene lì… pigliati la sedia e stattene lì seduto di là del tavolo a far finta di niente. No. Impossibile. Non ce la faccio. Io… Maledetto. Maledetto! Che tu sia maledetto. Farmi una cosa così. Vigliacco! No. Fammi prendere il lardo che sta ancora nel frigo… Sorride… Dopo lo taglio a striscioline… Da non credere. Verme. Miserabile. Taci che forse l’ha capita che qualcosa non va. Scema. Dio quanto sono scema! Sì… E potevo mai immaginarmi una cosa del genere? L’ha capita? No… Questo? Il ritratto della quiete olimpica. Guardalo. E questo non si rende mica conto di quello che ha fatto. Che mi… mi ha fatto. Non sto in piedi, non sto… le gambe mi cedono. Le gambe… le gambe. Devo scuotermi o se ne accorge… capisce che ormai la so… Mi sento mancare il pavimento sotto i piedi. Mi par di vederlo che si apre e mi inghiotte. I brividi che mi salgono. Riprenditi! Riprenditi o qui scoppia un casino inenarrabile. Due figli abbiamo. Poveri bambini… Dio! Non ci posso pensare. A loro. Anche a loro l’ha fatta e di quelle gravi, imperdonabili. I miei figli! Disgraziata. Che padre gli hai trovato. Cos’è che devo fare adesso che non ci sto con la testa? Io devo… devo… ah… disporre nel mortaio un pizzico di sale, un po’ di pepe e… chiodi di garofano ne ho, vero? Eccoli… Incredibile. Quanti?... Bastardo. Due, me ne basta due. Morto, voglio vederlo morto. Allucinante. Ora sguscio lo spicchio d’aglio e metto tutto dentro il mortaio, ora… morto… lo trituro pian piano… piano ma con forza, da farne una pasta omogenea. Incredibile. Se penso all’anno scorso… immondo… mi ha fatto una piazzata da sprofondare. Pazzesco. E tutto perché Paolo si era permesso di dire che ero un fiore con il vestito verde smeraldo. Un fiore! Più tardi, a casa, credevo fosse lì per mettermi le mani addosso. Pagliaccio! Un fiore… sai la volgarità… Cosa dice la bestia?

- Certo, se vuoi ti faccio anche il caffè. ‘Tanto qui non sono mica nelle curve. Non sto facendo niente, si può dire… Non lo vuoi più? Cambiato idea? Come ti pare. In tutti i casi… Basta che me lo chiedi, e io te lo faccio.

Non ho nemmeno del veleno da metterci dentro. Pazzesco. Veleno? Ma nemmeno una purga di quelle che non esce di casa due giorni e sta con quel suo deretano flaccido sul cesso a dar fuori quello che è. A rimettersi al mondo per quello che è. Ah, perché non hanno inventato qualcosa di simile anche per quell’aggeggino che ha davanti!? Poco più di un cacciavite. Sì che c’è lo scolo che è assimilabile a una bella diarrea… di quelle pesanti gli deve venire… ma io?, ma io come glielo passo lo scolo a questo… questo escremento di uomo?! E sarà più facile che me lo attacchi lui lo scolo, o no? Già… Dio, ora c’è anche questa… di nuovo i brividi… e mi devo premunire.



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